UNIMATIC
Tutorial: Lavorare a luce continua.
Unimatic. Giorgio Cravero
La fotografia di Still Life di orologi può essere un compito entusiasmante, ma anche impegnativo. Questo genere fotografico richiede una buona dose di pazienza e attenzione ai dettagli per catturare la bellezza e l'eleganza degli orologi in modo che possano trasmettere il loro fascino attraverso l'immagine.
Una delle principali sfide è rappresentare accuratamente il prodotto. Gli orologi sono oggetti complessi, caratterizzati da intricati dettagli e riflessi, e catturare tutte queste caratteristiche richiede una tecnica adeguata. Spesso sono realizzati con materiali riflettenti come vetro, acciaio inossidabile lucido o materiali ceramici. Questi materiali possono creare riflessi indesiderati o specchiati, che possono distrarre l'attenzione o nascondere i dettagli dell'orologio. Perciò, l'uso sapiente della luce è cruciale per minimizzare o controllare questi riflessi. Insomma, oltre alle “normali” attenzioni che la fotografia di prodotto richiede, gli orologi richiedono sicuramente qualità tecniche più.
Il rapporto con Unimatic è stato entusiasmante fin dall’inizio. C’è stata fin da subito una bella intesa, sia creativa che operativa. Hanno un design che definirei raffinato ed essenziale, quasi minimale, che si presta molto bene ad ambientazioni geometriche e colorate.
Ed è proprio quello che abbiamo scelto di fare per questo scatto.
Set e composizione.
Il fatto che l’orologio fosse “privo di colore” (la cassa è nera, il cinturino bianco) mi ha portato a scegliere colori intensi, saturi e in particolare una tonalità più scura per lo sfondo da cui far emergere maggiormente il bianco del cinturino e la brillantezza della cassa. L’arancione della piramide da un elevato contrasto e dinamismo all’immagine, si stacca molto bene dal fondo aggiungendo profondità. Nell’inquadratura si vede la sommità di una piramide scenografica di legno alta circa 160 cm, il che ha reso il set particolarmente “ingombrante” e mi ha costretto ad un punto di vista molto elevato, ma la dimensione e le proporzioni della punta erano perfette per le dimensioni dell’orologio, e in aggiunta alla “forma” che ho dato al soggetto, comunicano un senso di “perdita di equilibrio” e dinamismo. Il fondo invece è un fondale in carta.
L’orologio, per mantenersi in quella posizione è fissato ad un supporto autocostruito di Plexiglass trasparente, modellato a forma di “S” con l’utilizzo di una pistola ad aria calda e successivamente fissato ad una bacchetta (anche questa di Plexi trasparente) in modo da poterlo posizionare e sostenere “da fuori campo” tramite un C-Stand.
La scelta dell’inquadratura e del punto di vista è stata vincolata dal fatto di mantenere l’orologio in una posizione estremamente dinamica, ma allo stesso tempo valorizzare i dettagli del quadrante, con leggibilità sulla maggior parte della sua superficie. Per la lancetta dei secondi abbiamo optato per quella posizione per “liberare” il nome del Brand e le altre scritte. Essendo un orologio automatico, abbiamo dovuto scattare la corona in due momenti e in due posizioni, la prima, estesa, che blocca il movimento, l’abbiamo utilizzata durante tutto lo shooting, la seconda, ritratta, come “contributo” da inserire successivamente in post-produzione. Pur non essendo un punto di vista ravvicinato ho scelto di utilizzare come ottica il GF120mmF4 R LM OIS WR Macro, superba nella resa dei dettagli, dei colori e priva di distorsioni. Essendo un teleobiettivo mi ha permesso di allontanarmi dal soggetto migliorando il fuoco e l’incisività nei dettagli, lavorando a f/16 (t 1/5, ISO 200), ben lontano da qualunque problema di diffrazione e di conseguente “morbidezza” dell’immagine. Non è stato necessario lavorare in “focus stacking”, tutto l’orologio era perfettamente a fuoco in uno scatto e un secondo scatto mi ha permesso di avere la piramide anch’essa a fuoco. Il fondo è volutamente sfocato in modo da perdere il dettaglio del materiale e renderlo colore puro, la carta, infatti, è ruvida e mai perfettamente piana.
Su un set come questo il controllo preciso della luce è fondamentale, ho quindi deciso di utilizzare la luce continua, in modo da poter eseguire micro-aggiustamenti, di posizione e intensità, da visualizzare in tempo reale a monitor, scattando come sempre in tethering. Anche la possibilità di “colorare” la luce mi ha ulteriormente convinto a fare questa scelta.
Light Set Up
Come anticipato, per avere maggior precisione di controllo, ho preferito ho preferito lavorare con luci Led continue. Essendo tutto immobile e ben fissato il tempo di scatto non rappresentava un problema.
Volevo uno schema di luce contrastato, d’impatto, che mettesse in risalto l’acciaio della cassa e il bianco del cinturino, ma allo stesso tempo dovevo gestire le alte luci, altrimenti avrei perso la “spazzolatura” dell’acciaio ed altri dettagli.
La luce principale è un Aputure LS 300d con uno spot ottico (un modificatore con una lente che permette di “zoomare” e mettere a fuoco il cerchio di luce), a 45° dall’alto e perfettamente parallelo alla superficie del vetro dell’orologio, in modo da evitare qualunque riflesso. La “focheggiatura” mi ha permesso di decidere la nitidezza desiderata nelle ombre, sia quelle proiettate dalle lancette all’interno della cassa, sia quella del soggetto proiettata sulla piramide, naturalmente più morbida.
Per dare vita al fianco della cassa, alle corone e ai pulsanti serviva una luce leggermente meno dura ma sempre direzionale e contrastata. Ho usato un Aputure LS 300x, con parabola standard e inserito in un piccolo Bank autocostruito con un Plexi bianco al posto del telo diffusore. Misura circa 15cm x 60cm ed era posizionato parallelo all’orologio e leggermente in controluce. La luce al suo interno era spostata verso il fondo, in modo da avere una leggera caduta nello spigolo frontale, più vicino alla camera.
Per aiutarmi a separare meglio il soggetto dallo sfondo, e dare luminosità all’intero soggetto ho usato un pannello Lupo SuperPanel 30 Frost, più morbido del Bank, grazie alla “frustatura” ed alla maggiore dimensione rispetto al soggetto. Praticamente a 90° rispetto alla camera faceva contemporaneamente da “overall” e da leggero controluce.
Con un piccolo specchio tenuto a mano abbiamo riflesso proprio questa luce per “disegnare” la fibbia in alto e valorizzarne l’incisione, in un contributo separato (per maggior sicurezza).
Per il fondo volevo un gradiente che si scurisse verso l’alto, ottenuto illuminando il fondale dal basso con un secondo Panello Lupo, questa volta FullColor e dando una colorazione blu alla luce per saturare il colore. L’effetto era molto intenso, ma lo trovavo troppo cupo, ho quindi aggiunto un Nanlite Forza 3oo con la sua Lente di Fresnel (Fl-20G) focheggiando fino ad ottenere la morbidezza e la dimensione desiderata per lo “spot” di luce sul fondo che incornicia l’orologio.
Gli scatti che ho fatto sono stati:
1. Principale: Tutto nella composizione finale, l’immagine completa
2. Fibbia: Un secondo contributo con lo specchio tenuto a mano per la fibbia in alto.
3. Corona: Esauriti gli scatti sull’orologio, in modo da essere sicuro di non aver mosso niente, con la massima attenzione (e dei guanti in Nitrile) ho riportato la corona nella posizione corretta e ho scattato nuovamente. Oltre ad avere la posizione corretta, anche le ombre proiettate sulla cassa diventavano corrette. Sulla texture “spazzolata” non è facile ricrearle in post-produzione, preferisco sempre avere quelle vere.
4. Piramide: Eliminato l’orologio ho scattato il secondo fuoco per la piramide
5. Fondo: Che serva o meno, preferisco sempre avere uno scatto separato del fondo, ci concede una maggiore flessibilità in post-produzione, e nel caso di “bandature” sono di più semplice gestione.
Post-produzione
Avendo a disposizione tutti gli elementi separati, Ivan, che si occupa del ritocco e della post-produzione, ha potuto trattarli singolarmente con maggior efficacia e velocità.
Naturalmente la pulizia è stata lunga, con la ricchezza di dettagli e la risoluzione fornite dalla Fujifilm GFX 100 in combinazione con il GF120mm F4 R LM OIS WR Macro, ogni granello di polvere era visibile e a fuoco, nonostante la cura e la pulizia del soggetto sul set.
La resa dei materiali, l’assenza di dominanti nell’acciaio e nel bianco del cinturino edl’elevato contrasto generale erano per me fondamentali, e credo che Ivan abbia fatto un lavoro eccezionale, sottolineando ed amplificando le intenzioni della luce sul set, aspetto fondamentale del rapporto tra fotografo e ritoccatore.
Alla fine si è concentrato sul bilanciamento cromatico e la saturazione, lavorando sull’insieme dell’immagine.
Un po’ per gioco, un po’ per valutare eventuali alternative, abbiamo provato a sostituire il fondale di carta con delle varianti grafiche, realizzate sempre da Ivan, che ruotassero attorno al tema e alle forme, ma anche se mi piacciono i risultati ottenuti, preferisco sempre lo scatto come era stato concepito inizialmente.